Mancano davvero pochi giorni ormai al via della quarta edizione degli Internazionali di Cortina. Nel mentre è in pieno svolgimento il torneo Atp 250 di Umago. Ed è  proprio nella cittadina croata che abbiamo incontrato Carlos Berlocq, la testa di serie numero uno della passata edizione cortinese. Non fu un torneo particolarmente  fortunato per l’argentino, che affrontò al primo turno un Filippo Volandri particolarmente in vena, che lo eliminò addirittura in soli due set (6-4, 6-2).

Carlos Berlocq con Filippo Volandri – Cortina 2016 (©RDOphoto)

Carlos Berlocq, classe 1983,  è un tennista tenace, esperto e pericolossissimo – in senso buono – per chiunque se lo trovi davanti in un campo da tennis. Abituato a giocare da fondo, si esalta quando il match vira su un ambito metaforicamente pugilistico, dove conta l’attaccamento, la concentrazione e quella che gli argentini stessi chiamano la Garra, che poi è l’ingrediente segreto di ogni impresa sportiva. È in giro per il mondo dal 2001 e alla veneranda età di 34 anni si è preso l’attestato di mina vagante dei tabelloni. Un tennista non propriamente elegantissimo, ma così volitivo ed empatico che riesce comunque ad appassionare. Il rovescio ad una mano e i colpi infarciti di spin sono il suo pane quotidiano e quando mette la casacca della sua nazionale si esalta, tant’è che ne sa qualcosa anche il nostro Paolo Lorenzi.

Carlos Berlocq – Cortina 2016 (©RDOphoto)

A livello di singolare l’argentino ha conquistato due titoli Atp, a Bastad battendo Fernando Verdasco ed Estoril dove ha battuto un top player come Tomas Berdych. Oltre ad una collezione infinita tra Challenger e Futures, ha risultati poco felici negli Slam dove al massimo ha raggiunto il secondo turno. Attualmente è numero 80 del mondo, dopo aver toccato il suo massimo con la posizione 37 nel lontano 2012.

Carlos Berlocq – Umago 2017 (©RDOphoto)

Eccovi il saluto di Carlos a tutti gli amici di Cortina, perchè a volte non conta vincere per ricordarsi volentieri di un torneo.

Ufficio Stampa Internazionali di Cortina d’Ampezzo
Roberto dell’Olivo